Stefano Manzo
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La Basilica di Sant'Apollinare alle Terme è ubicata nel Rione V (Ponte) nell’omonima Piazza nelle vicinanze della suggestiva Piazza Navona in Roma.
Il primo edificio della chiesa venne costruito all’inizio dell’VIII secolo, sui resti di una struttura di epoca imperiale, subì nei secoli vari importanti restauri.
Nella prima metà del XVIII secolo la vecchia chiesa venne demolita è su commissione del Papa Benedetto XIV 1675 – 1758) venne eseguito il progetto dall’Architetto Ferdinando Fuga (1699-1782) in uno stile di fine Barocco.
La Facciata in muratura, si presenta su due ordini, suddivisi mediante un marcapiano dentellato.
Il primo ordine si presenta tripartito mediante lesene triple con capitelli ionici, le quali poggiano su alti stilobati, con al centro un monumentale portale ligneo a cassettoni riquadrato da lesene con capitelli ionici, sormontato da un frontone triangolare sopra del quale sul marcapiano poggia un frontone curvilineo con il timpano vetrato.
Ai lati sono poste due finestre incorniciate e con frontone.
Il secondo ordine di larghezza minore, si raccorda a quello inferiore mediante delle eleganti volute, si presenta tripartito mediante lesene con capitelli corinzi, al centro si presenta un finestrone balaustrato incorniciato e con frontone.
A coronamento del prospetto è posto un doppio frontone triangolare all’interno di uno curvilineo spezzato.
Come fastigio è presente una artistica croce metallica.
Entrando si accede ad un grande vestibolo, dove sulla sinistra è presente la suggestiva Cappella, dedicata alla venerata immagine della Madonna delle Grazie, infatti spicca la pala d’altare la quale raffigura la Madonna in Trono con Gesù Bambino tra i Santi Pietro e Paolo (XV secolo)
Sulla parte anteriore della pedana del trono è ancora leggibile una preghiera in latino rivolta dai romani a questa immagine, nella peste del 1657 per ottenere il suo aiuto.
“Santa Maria, riparatrice della concordia tra i fedeli cristiani, intercedi per noi presso Dio perché possiamo essere liberati dall’epidemia e dai mali presenti e futuri”.
L’interno si presenta con la pianta a navata unica, delimitata da lesene con capitelli corinzi, le quali sorreggono campate con archi a tutto sesto dove sono le Cappelle laterali comunicanti fra di loro.
Un monumentale Arco di Trionfo collega la navata al presbiterio al centro sono posti due angeli suonatori che sorreggono uno stemma papale.
Al presbiterio, (sopraelevato per evidenziarne la sacralità rispettò al resto della Chiesa), si accede salendo alcuni gradini ed è delimitato nella parte anteriore, da una balaustra marmorea policroma, sul fondo da un’abside quadrangolare
Sulle pareti laterali dell’Abside è posto un pregevole Coro ligneo.
Al centro è posto un altare in marmo rosso, nella modalità “Coram Populum” (secondo la liturgia post Concilio Vaticano 1963) con l’officiante che celebra la Messa rivolto verso i fedeli.
La sua forma è quella di un antico sarcofago romano, con ai lati corti delle protomi leonine che tengono delle maniglie.
Sul fondo dalla parte dell’abside “Coram Deo” (secondo la liturgia ante Concilio Vaticano 1963), questa tipologia di altare è più antica e prevede che gli sguardi dell’officiante e dei fedeli siano rivolti nella stessa direzione.
Sopra la mensa si trova un crocifisso in metallo dorato e sei candelieri dorati (1748) di Luigi Valadier, celebre orafo e argentiere romano, padre del più noto architetto Giuseppe.
Alle spalle, nella mostra d’altare, spicca la Pala la quale raffigura “Sant'Apollinare consacrato vescovo da San Pietro apostolo” (1745), olio su tela del pittore Ercole Graziani.
Il Soffitto è coperto con volta a botte, riccamente decorata con al centro un grande dipinto murale il quale raffigura la “Gloria di sant'Apollinare di Ravenna” affresco del 1746 del pittore Stefano Pozzi.
Nelle sei Cappelle laterali sono presenti altre pregevoli opere artistiche, fra le quali:
Cappella di San Giuseppe “la Sacra Famiglia” (1748), pregevole dipinto del pittore Giacomo Zoboli (1681 – 1767).